Come distinguere micosi da psoriasi?
Distinguere tra micosi fungoide e psoriasi può essere difficile per non dire tosto, soprattutto alla comparsa dei sintomi... dato che possono essere confuse.
Scopriamo insieme le differenze principali e i trattamenti indicati.
Micosi fungoide: cos’è e come riconoscerla
La micosi fungoide (MF) è il linfoma cutaneo più comune. Colpisce prevalentemente gli adulti di mezza età e gli anziani, con un’incidenza annuale di circa 4 casi ogni milione di persone.
Questo tipo di linfoma si sviluppa sulla pelle e può progredire attraverso tre stadi:
- patch,
- placca,
- tumore.
La diagnosi della micosi fungoide non è semplice e richiede una combinazione di valutazioni cliniche, esami istopatologici e l’analisi della monoclonalità delle cellule T. Soprattutto nelle fasi iniziali, la diagnosi può essere incerta e richiedere biopsie ripetute e multiple. In determinati casi, le stesse analisi non riescono a confermare la presenza della malattia per mesi o addirittura anni.
Psoriasi: come differenziarla dalla micosi fungoide
La psoriasi e le infezioni fungine possono avere sintomi simili, pertanto, non è sempre facile capire di cosa si tratta a prima vista.
Come puoi distinguere tra psoriasi e un’infezione fungina?
Osserva attentamente le chiazze rosse sulla pelle.
Se hanno un aspetto argentato, allora hai la psoriasi. Se invece assumono una forma circolare o ad anello, è più probabile che sia un’infezione fungina.
La psoriasi risulta essere più facilmente distinguibile dalla micosi fungoide, in particolare quando si manifesta nello stadio a placca.
Un tipo particolare di psoriasi, la psoriasi pustolosa generalizzata (GPP), di cui abbiamo parlato in questo articolo (clicca sul link per leggerlo), si distingue per la sua comparsa improvvisa con lesioni eritematose diffuse, seguite da pustole giallastre superficiali, solitamente sterili e confluenti. Queste lesioni possono essere accompagnate da sintomi generali come:
- affaticamento,
- febbre,
- debolezza diffusa,
- leucocitosi.
Questa forma di psoriasi, descritta per la prima volta nel 1910 da Leo Ritter von Zumbusch, può presentare ricadute e remissioni e gli episodi possono essere scatenati da:
- infezioni,
- stress emotivo,
- vaccini,
- esposizione al sole.
Le complicazioni più gravi, quali superinfezioni batteriche, sepsi e insufficienza metabolica o emodinamica, si verificano principalmente negli adulti.
Esistono varianti specifiche di psoriasi pustolosa, tra cui impetigine erpetiforme, psoriasi anulare, psoriasi con pustolazione e acrodermatite continua di Hallopeau. Tutte queste varianti possono manifestarsi prima o dopo episodi di psoriasi tradizionale.
Trattamenti per la micosi fungoide e la psoriasi
Il trattamento per la micosi fungoide dipende dallo stadio della malattia.
Quando la diagnosi istopatologica non è ancora certa, la fotochemioterapia PUVA risulta essere la terapia più efficace. Tra le altre opzioni di trattamento, le più utilizzate sono la isotretinoina orale, il bexarotene, l’uso di interferone-alfa somministrato sottocute, e la PUVA extracorporea.
La psoriasi, invece, viene trattata in base alla gravità e ai fattori di rischio del paziente. Le opzioni terapeutiche più comuni prevedono l’uso di retinoidi sistemici, corticosteroidi, ciclosporina, metotrexato o terapie biologiche.
Prognosi e considerazioni finali
La prognosi della micosi fungoide varia in base all’età del paziente e allo stadio della malattia al momento della diagnosi.
La psoriasi pustolosa generalizzata può portare a complicazioni gravi come le infezioni batteriche, sepsi e problemi metabolici o emodinamici, soprattutto negli adulti.
Nell’articolo scientifico che abbiamo analizzato viene riportato un caso che riguarda una donna di 66 anni con sospetta micosi fungoide. Nonostante le tante biopsie effettuate inizialmente, non è stato possibile confermare la diagnosi. Successivamente, per gestire la psoriasi pustolosa generalizzata indotta dalla fotochemioterapia PUVA e le lesioni cliniche della micosi fungoide, la donna oggetto del caso è stata trattata con acitretina.
Se ti ritrovi di fronte a sintomi cutanei persistenti o ricorrenti, è molto importante consultare un dermatologo per ottenere una diagnosi accurata e personalizzare il trattamento in base alle caratteristiche specifiche della tua condizione.
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- CBD: un estratto della canapa che aiuta a diminuire il prurito e le irritazioni, dando un deciso sollievo alla pelle;
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- Olio di borragine: è utile per mantenere la pelle morbida e migliorare l’aspetto delle zone infiammate.
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- Olio di riso: ha un effetto calmante, perfetto per la pelle irritata;
- Olio di borragine e olio di semi di lino: questi due oli, ricchi di nutrienti, aiutano a migliorare l’aspetto delle aree infiammate;
- CBD: grazie alle sue caratteristiche, aiuta a diminuire le irritazioni e a dare sollievo alle zone più colpite.
L’unguento è perfetto per le parti del corpo che hanno bisogno di un’attenzione maggiore, ad esempio i gomiti, le ginocchia o il cuoio capelluto. Grazie alla sua consistenza, resta a lungo sulla pelle e la protegge in profondità.