Brufoli e acne in gravidanza: cause e rimedi naturali efficaci

La comparsa di brufoli in gravidanza è una delle manifestazioni cutanee più comuni durante i nove mesi di gestazione.
Tale fenomeno interessa circa il 40% delle future mamme e si presenta soprattutto nelle prime settimane, quando gli sconvolgimenti ormonali sono più intensi. L'acne gravidica può variare da forme lievi con qualche imperfezione occasionale, fino a manifestazioni più severe che riguardano viso, schiena e décolleté.
La buona notizia? Esistono rimedi naturali efficaci e sicuri per gestire questo inestetismo senza compromettere la salute del bambino.
Perché compaiono i brufoli durante la gravidanza?
La causa principale dietro la comparsa dell'acne in attesa va ricercata nelle modifiche del sistema endocrino che caratterizzano la gestazione.
Durante le prime settimane dopo il concepimento, l'organismo femminile registra un'impennata nella produzione di progesterone, l'ormone che sostiene la gravidanza. Questo ormone steroideo ha, però, un effetto collaterale ben documentato: stimola le ghiandole sebacee a incrementare la sintesi di sebo, sostanza oleosa che normalmente protegge e idrata la nostra pelle [1].
Quando la produzione di questa sostanza lipidica diventa eccessiva, si crea il terreno perfetto per l'insorgenza delle imperfezioni cutanee. Il sebo in surplus non riesce a defluire correttamente dai pori e si accumula all'interno del follicolo pilifero, mescolandosi con le cellule morte dell'epidermide. Questa miscela crea un tappo che ostruisce il canale follicolare, dando origine ai comedoni (i cosiddetti punti neri) o alle microcisti (punti bianchi sotto pelle).
Il ruolo del batterio Propionibacterium acnes
L'accumulo di materiale lipidico nei follicoli non è l'unico responsabile delle lesioni infiammatorie.
A ciò partecipa anche un microrganismo che vive abitualmente sulla nostra pelle: il Propionibacterium acnes, che trova nell'ambiente ricco di grassi del follicolo ostruito le condizioni ideali per proliferare.
La sua crescita eccessiva scatena una reazione infiammatoria che trasforma i semplici comedoni in lesioni rosse, gonfie e talvolta dolorose [2].
Gli studi dermatologici hanno dimostrato che durante la gestazione il sistema immunitario subisce delle modificazioni per permettere all'organismo materno di tollerare il feto, geneticamente diverso [3].
Tali alterazioni della risposta immunitaria influenzano anche la capacità della pelle di controllare la proliferazione batterica, contribuendo all'aggravamento delle manifestazioni acneiche.
Quando si manifestano i brufoli?

La maggior parte delle future mamme nota le prime imperfezioni cutanee entro la sesta settimana di gestazione, sebbene possano presentarsi anche prima. Il primo trimestre è il periodo più critico perché coincide con il picco massimo delle fluttuazioni ormonali.
Durante questi primi tre mesi, i livelli di progesterone salgono vertiginosamente per preparare l'utero ad accogliere l'embrione e mantenere la gravidanza [4].
Fortunatamente, se le lesioni cutanee non compaiono nei primi tre mesi, è molto improbabile che si manifestino più avanti.
Chi supera indenne il primo trimestre ha buone probabilità di evitare questo problema per il resto della gestazione. Per coloro invece che sviluppano acne nelle prime settimane, la situazione tende a migliorare spontaneamente entrando nel secondo trimestre, quando gli equilibri ormonali si stabilizzano.
Le zone più colpite dalle imperfezioni
Le papule e le pustole tipiche dell'acne gravidica non si distribuiscono uniformemente su tutto il corpo.
Esistono aree preferenziali dove le imperfezioni tendono a concentrarsi con maggiore frequenza.
Il viso rimane indubbiamente la zona più interessata, in particolare:
- la zona T (fronte, naso e mento), dove le ghiandole sebacee sono più numerose e attive;
- le guance, soprattutto nella parte bassa vicino alla mascella;
- il mento e l'area lungo la linea mandibolare, tipicamente associata agli squilibri ormonali.
Non è raro però che le manifestazioni si estendano oltre il volto, raggiungendo il collo, la parte alta del petto (décolleté), le spalle e la schiena.
Queste zone presentano un'elevata concentrazione di unità pilosebacea (l'insieme di follicolo pilifero e ghiandola sebacea) e quindi sono più vulnerabili all'ostruzione dei pori quando la produzione di sostanze lipidiche aumenta.
Chi è più a rischio di sviluppare acne in gravidanza?
Prevedere con certezza quali donne svilupperanno brufoli durante i nove mesi è praticamente impossibile.
Esistono però alcuni fattori predisponenti che aumentano la probabilità di manifestare questo inestetismo.
Le ricerche dermatologiche hanno identificato alcuni profili più vulnerabili [5].
Le future mamme che hanno sofferto di acne durante l'adolescenza presentano un rischio significativamente più alto di vederla comparire nuovamente in gravidanza. Gli studi indicano che circa il 90% delle gestanti con acne aveva già sperimentato questo problema in passato [6]. Il motivo? La loro pelle ha già dimostrato una particolare sensibilità alle fluttuazioni ormonali.
Anche chi sperimenta regolarmente brufoli premestruali dovrebbe aspettarsi una maggiore probabilità di manifestazioni durante l'attesa. Ciò accade perché nella settimana che precede le mestruazioni, i livelli di progesterone aumentano naturalmente, mimando in piccolo quanto succede in gravidanza. Chi reagisce già a questi piccoli aumenti ormonali avrà probabilmente una risposta ancora più marcata durante la gestazione.
Tipologia di pelle e predisposizione
Le pelli grasse e le pelli miste risultano più suscettibili allo sviluppo di imperfezioni durante i nove mesi rispetto alle pelli secche.
Il motivo è che, partendo già da una produzione sebacea abbondante, l'ulteriore stimolo ormonale della gravidanza porta più facilmente a un eccesso che ostruisce i pori. Le pelli più asciutte, al contrario, possono beneficiare dell'aumento di lipidi superficiali acquisendo maggiore idratazione senza sviluppare comedoni.
Va sottolineato che l'acne gravidica può colpire anche donne che non hanno mai avuto problemi di pelle in passato. Non si tratta quindi di una regola assoluta, e ogni organismo reagisce in modo unico agli stimoli ormonali della gestazione. Alcune fortunate vedono addirittura migliorare la propria pelle durante l'attesa, grazie all'azione degli estrogeni che tendono ad aumentare progressivamente.
Brufoli in gravidanza: maschio o femmina?

Tra le numerose credenze popolari legate alla gestazione, quella che collega i brufoli al sesso del nascituro è forse tra le più diffuse.
Secondo alcune tradizioni, una pelle costellata di imperfezioni indicherebbe l'arrivo di un maschietto. La spiegazione folkloristica? Gli ormoni maschili del feto influenzerebbero la pelle della madre. Al contrario, altre leggende sostengono esattamente l'opposto: la comparsa di brufoli giganti è un segnale che nascerà una femminuccia, perché la bambina "ruberebbe la bellezza" alla mamma.
È importante chiarire subito che nessuna di queste credenze ha fondamento scientifico.
Non esiste alcuna correlazione documentata tra la presenza o l'assenza di acne tardiva durante la gravidanza e il sesso del bambino. Gli studi dermatologici hanno escluso qualsiasi legame tra queste due variabili [7].
L'acne dipende esclusivamente dalla risposta individuale della pelle materna agli ormoni della gravidanza, che sono gli stessi indipendentemente dal sesso del feto.
Rimedi naturali efficaci e sicuri per contrastare i brufoli in gravidanza
Affrontare l'acne durante i nove mesi richiede un approccio delicato e attento.
La maggior parte dei farmaci topici e sistemici utilizzati abitualmente per trattare le imperfezioni cutanee è infatti controindicata in gravidanza perché potenzialmente dannosa per il feto.
I derivati della vitamina A (retinoidi), il perossido di benzoile ad alte concentrazioni e gli antibiotici per via orale appartengono alla lista dei trattamenti da evitare assolutamente.
Fortunatamente, esistono alternative naturali che possono aiutare a gestire il problema senza rischi per il bambino.
L'approccio ideale combina una corretta routine di detersione con l'applicazione di sostanze vegetali dalle proprietà seboregolarici, antinfiammatorie e antibatteriche [8]. Vediamo quali sono nei prossimi paragrafi.
Detersione delicata
Mantenere la pelle pulita è la base di qualsiasi trattamento per l'acne, ancora di più durante la gravidanza quando l'epidermide diventa più sensibile. La detersione dovrebbe avvenire due volte al giorno, mattina e sera, utilizzando prodotti formulati specificamente per pelli grasse o con tendenza acneica. Come quelli di PlantaDea.
Occorre evitare detergenti troppo aggressivi o sgrassanti. Un errore comune consiste nel credere che eliminare completamente il sebo dalla pelle possa risolvere il problema. In realtà, quando l'epidermide viene privata eccessivamente dei suoi lipidi protettivi, reagisce producendo ancora più sebo per compensare – un fenomeno noto come "effetto rebound". Meglio optare per mousse o gel detergenti delicati che rispettino il film idrolipidico naturale.
Dopo la detersione, la pelle va tamponata (mai strofinata) con un asciugamano pulito. Lo sfregamento può infatti irritare ulteriormente le lesioni infiammate, peggiorando rossore e gonfiore.
Chi ha brufoli sulla schiena o sul petto dovrebbe prestare attenzione anche agli indumenti: meglio scegliere tessuti naturali e traspiranti che non creino attrito.
Gel di aloe vera
Il gel di aloe vera rappresenta uno dei rimedi naturali più apprezzati per gestire le imperfezioni cutanee durante la gestazione.
Tale sostanza gelatinosa estratta dalle foglie della pianta contiene polisaccaridi, enzimi e vitamine che esercitano un'azione calmante sulle lesioni infiammate [9].
Gli studi hanno dimostrato che l'aloe possiede proprietà antibatteriche efficaci anche contro il Propionibacterium acnes, aiutando a controllare la proliferazione del microrganismo nei follicoli ostruiti. Inoltre, la sua azione antinfiammatoria riduce rossore e gonfiore delle papule e delle pustole, accelerando i tempi di guarigione.
Per utilizzarlo al meglio, si applica il gel puro direttamente sulle zone interessate dopo la detersione, lasciandolo assorbire completamente. È possibile ripetere l'applicazione due o tre volte al giorno. Attenzione però a scegliere prodotti certificati e privi di additivi potenzialmente irritanti.
Amamelide
L'amamelide (Hamamelis virginiana) è una pianta dalle spiccate proprietà astringenti e seboregolarici, particolarmente indicata per chi soffre di pelle grassa. I suoi estratti contengono tannini e flavonoidi che aiutano a restringere i pori dilatati e a ridurre la produzione eccessiva di lipidi cutanei [10].
L'acqua di amamelide può essere utilizzata come tonico dopo la detersione, applicandola con un batuffolo di cotone sulle aree più grasse (tipicamente la zona T del viso). La sua azione astringente aiuta a prevenire l'ostruzione dei follicoli, riducendo la formazione di nuovi comedoni. Ha anche un effetto calmante sulle infiammazioni esistenti.
Va sottolineato che durante la gravidanza è preferibile utilizzare prodotti a base di amamelide privi di alcol, che potrebbe seccare eccessivamente la pelle già sensibilizzata dai cambiamenti ormonali.
Olio di cocco
L'olio di cocco vergine spremuto a freddo vanta una combinazione interessante di proprietà: idrata profondamente la pelle senza occludere i pori (è classificato come non comedogenico) e possiede un'azione antimicrobica naturale grazie al contenuto di acido laurico [11].
Questo grasso vegetale può essere applicato come trattamento notturno sulle zone affette da brufoli.
L'acido laurico presente nell'olio contrasta la proliferazione batterica, mentre le sue proprietà emollienti aiutano a ripristinare la barriera cutanea danneggiata dall'infiammazione. Per chi ha la pelle molto grassa, può essere preferibile applicarlo solo sulle lesioni singole piuttosto che su tutto il viso.
Un ulteriore beneficio dell'olio di cocco riguarda la prevenzione delle cicatrici post-acneiche; la sua capacità di favorire la rigenerazione cellulare può aiutare la pelle a guarire senza lasciare segni permanenti.
Maschere all'argilla
Le maschere viso a base di argilla (verde o bianca) sono un trattamento complementare da eseguire una o due volte alla settimana. L'argilla assorbe l'eccesso di sebo e le impurità dai pori, esercitando un'azione purificante profonda senza aggredire la pelle [12].
Per preparare una maschera efficace, si mescola l'argilla in polvere con acqua tiepida o idrolato fino a ottenere una consistenza cremosa. Si applica uno strato uniforme sul viso evitando il contorno occhi e si lascia agire per 5-10 minuti (non di più, per evitare un effetto eccessivamente disidratante). Quando l'argilla comincia ad asciugare, si rimuove con acqua tiepida tamponando delicatamente.
Dopo la maschera è importante applicare una crema idratante leggera per ripristinare il giusto livello di idratazione. Le pelli grasse e miste beneficiano particolarmente dall'argilla verde, mentre quella bianca è più indicata per epidermidi sensibili.
Miele grezzo
Il miele puro non pastorizzato è stato utilizzato per secoli nel trattamento delle affezioni cutanee grazie alle sue proprietà antisettiche, antibatteriche e cicatrizzanti. Studi recenti hanno confermato la sua efficacia nel contrastare vari ceppi batterici, incluso il Propionibacterium acnes [13].
Il miele può essere applicato direttamente sui brufoli singoli come trattamento mirato, lasciandolo in posa per 10-15 minuti prima di risciacquare. In alternativa, si può utilizzare come maschera viso mescolandolo con un cucchiaino di cannella in polvere (che potenzia l'azione antibatterica) e spalmando il composto sulle zone interessate.
Particolarmente indicato risulta il miele di manuka, prodotto dalle api che si nutrono dei fiori dell'omonima pianta neozelandese. Infatti, contiene concentrazioni più elevate di metilgliossale, il composto responsabile della sua potente azione antimicrobica.
L’alimentazione
Il nostro nutrimento influenza profondamente la salute della nostra pelle. Durante la gravidanza, quando l'organismo è già sottoposto a numerosi cambiamenti, seguire un'alimentazione equilibrata diventa ancora più importante per gestire l'acne dall'interno [14].
Gli studi hanno documentato una correlazione tra il consumo di alimenti ad alto indice glicemico (zuccheri raffinati, prodotti da forno industriali, bevande zuccherate) e l'aggravamento delle manifestazioni acneiche. Tali cibi provocano rapidi picchi di glicemia che stimolano la produzione di insulina. L'insulina a sua volta aumenta i livelli di ormoni androgeni, che, come abbiamo visto, stimolano le ghiandole sebacee [15].
Alimenti da privilegiare per contrastare l'infiammazione
Una dieta antinfiammatoria può aiutare a ridurre l'intensità delle lesioni cutanee. Dovrebbero essere privilegiati:
- frutta e verdura ricche di antiossidanti: mirtilli, fragole, spinaci, cavolo riccio, pomodori, carote. Questi alimenti contengono vitamine C ed E, beta-carotene e polifenoli che contrastano lo stress ossidativo e l'infiammazione;
- pesce azzurro (salmone, sgombro, sardine): fonte preziosa di acidi grassi omega-3, dalle dimostrate proprietà antinfiammatorie benefiche per la pelle [16];
- cereali integrali: quinoa, avena, farro, riso integrale. Il loro basso indice glicemico evita i picchi insulinici;
- noci e semi oleosi: mandorle, noci, semi di zucca, semi di lino. Ricchi di zinco, selenio e vitamina E;
- legumi: ceci, lenticchie, fagioli. Forniscono proteine vegetali e fibre che stabilizzano la glicemia.
Alimenti da limitare o evitare
Alcuni cibi sembrano peggiorare l'acne e andrebbero limitati durante la gestazione:
- zuccheri semplici e dolci industriali;
- latticini in eccesso, specialmente quelli scremati che contengono più zuccheri;
- cibi ultra-processati ricchi di grassi saturi e additivi;
- carboidrati raffinati (pane bianco, pasta non integrale, prodotti da forno).
L'idratazione rappresenta un altro fattore cruciale. Bere almeno 2 litri di acqua al giorno aiuta l'organismo a eliminare le tossine e mantiene la pelle ben idratata dall'interno. Durante la gravidanza il fabbisogno idrico aumenta ulteriormente, quindi è importante non trascurare questo aspetto.
Quando chiedere aiuto al dermatologo?
Sebbene nella maggior parte dei casi l'acne gravidica sia gestibile con rimedi naturali e corrette abitudini, esistono situazioni che richiedono un intervento specialistico.
È consigliabile consultare un dermatologo quando:
- le lesioni sono molto numerose e diffuse su ampie aree del corpo;
- si sviluppano noduli o cisti (lesioni profonde e dolorose sotto la pelle);
- le pustole sono molto infiammate e dolorose;
- l'acne provoca disagio psicologico significativo o impatta negativamente sulla qualità della vita;
- i rimedi naturali non producono alcun miglioramento dopo 4-6 settimane di applicazione costante.
Il dermatologo potrà valutare la situazione specifica e, se necessario, prescrivere trattamenti compatibili con la gravidanza.
Tra le opzioni considerate sicure rientrano alcuni antibiotici topici (come l'eritromicina), l'acido azelaico al 20% e integratori di zinco dal secondo trimestre in poi [17].
Trattamenti da evitare
Bisogna sottolineare quali trattamenti vanno evitati categoricamente durante i nove mesi perché potenzialmente teratogeni (capaci di causare malformazioni fetali):
- isotretinoina (farmaco per l'acne severa): altamente teratogeno, causa gravi difetti congeniti;
- tretinoina e altri retinoidi topici: attraversano la barriera placentare;
- perossido di benzoile ad alte concentrazioni;
- acido salicilico per via sistemica o su ampie aree;
- terapie ormonali antiandrogene;
- alcuni antibiotici della famiglia delle tetracicline.
Prima di applicare qualsiasi prodotto sulla pelle, anche se naturale, è sempre prudente chiedere conferma al proprio ginecologo o al medico curante.
Alcuni oli essenziali, ad esempio, pur essendo sostanze naturali, possono essere controindicati in gravidanza perché potrebbero interferire con gli equilibri ormonali.
Quando scompariranno i brufoli dopo il parto?

Una delle domande più frequenti riguarda la durata dell'acne gravidica. Nella maggioranza dei casi, le imperfezioni cutanee iniziano a regredire spontaneamente dal secondo trimestre in poi, quando gli equilibri ormonali si stabilizzano. In alcuni casi il problema scompare completamente già verso il quarto-quinto mese di gestazione.
Per altre donne, purtroppo, i brufoli persistono per tutta la gravidanza e possono addirittura peggiorare nel post parto. Ciò accade perché dopo la nascita del bambino si verifica un nuovo drastico cambiamento ormonale: i livelli di progesterone e estrogeni crollano rapidamente, causando una nuova ondata di imperfezioni cutanee [18].
L'allattamento al seno introduce un ulteriore fattore da considerare. La prolattina, l'ormone che stimola la produzione di latte, può influenzare la pelle. Alcune neomamme notano un miglioramento durante l'allattamento, mentre altre continuano ad avere brufoli fino allo svezzamento del bambino.
In generale, la situazione tende a normalizzarsi completamente entro 3-6 mesi dopo il parto o la cessazione dell'allattamento, quando il sistema endocrino femminile torna ai livelli pre-gravidanza. Tuttavia, chi aveva problemi di acne prima di rimanere incinta potrebbe sperimentare una ricomparsa delle manifestazioni cutanee una volta terminato il periodo gestazionale.
Come ridurre il rischio di sviluppare brufoli in gravidanza?
Sebbene non sia possibile prevenire completamente l'acne gravidica (essendo legata a fattori ormonali inevitabili), alcune strategie possono aiutare a minimizzare il rischio o ridurre l'intensità delle manifestazioni:
- Iniziare presto con una routine adeguata: chi sa di essere predisposto all'acne può adottare fin dalle prime settimane di gravidanza una routine di skincare specifica, usando detergenti delicati e prodotti non comedogenici;
- Mantenere la pelle pulita senza esagerare: lavarsi il viso due volte al giorno è sufficiente. Detergere troppo frequentemente può irritare la pelle e peggiorare la situazione;
- Evitare di toccare il viso con le mani: le mani trasportano batteri che possono colonizzare i follicoli già predisposti all'ostruzione;
- Non schiacciare i brufoli: anche se la tentazione è forte, spremerli provoca ulteriore infiammazione, può causare infezioni e lascia cicatrici permanenti;
- Scegliere cosmetici oil-free e non comedogenici: trucchi e creme devono essere formulati per non ostruire i pori. Controllare sempre le etichette;
- Protezione solare adeguata: il sole è un "falso amico" dell'acne. Inizialmente sembra migliorare la situazione asciugando i brufoli, invece poi provoca un effetto rebound con maggiore produzione di sebo. Usare sempre una crema solare per pelli grasse con filtri minerali;
- Gestire lo stress: lo stress stimola la produzione di cortisolo, che a sua volta può aumentare la sintesi di sebo. Tecniche di rilassamento, yoga prenatale e sonno adeguato aiutano a mantenere sotto controllo i livelli di stress.
Conclusione
I brufoli e l'acne in gravidanza sono un fenomeno comune che interessa quasi una futura mamma su due, principalmente a causa dell'aumento di progesterone che stimola la produzione di sebo dalle ghiandole sebacee.
Sebbene fastidioso, questo inestetismo è gestibile attraverso rimedi naturali sicuri e modifiche dello stile di vita, senza ricorrere a farmaci potenzialmente dannosi per il feto. L'approccio ideale combina una detersione delicata ma costante, l'applicazione di sostanze naturali come aloe vera e amamelide, e un'alimentazione antinfiammatoria ricca di omega-3 e antiossidanti.
La maggior parte delle manifestazioni regredisce spontaneamente dal secondo trimestre o dopo il parto, restituendo alla pelle il suo naturale equilibrio.
Per i casi più severi, il dermatologo può prescrivere trattamenti specifici compatibili con la gravidanza. La cosa più importante? Avere pazienza e trattare la pelle con delicatezza, ricordando che questa fase è temporanea e che presto l'equilibrio cutaneo verrà ristabilito.
Bibliografia scientifica
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